Esempio scheda audio

Olivicoltura in famiglia.

L’olivicoltura è tra le pratiche agricole più antiche anche se gli studiosi discutono sui quando e come l’olivastro (l’olivo spontaneo, ha frutti amari, acidi e poveri di olio), con la progressiva sedentarizzazione umana, acquisì le caratteristiche di pianta antropofila per poi essere domesticato. L’adozione dell’aratro significò l’ampliamento dell’area coltivata  e il sorgere di villaggi e borgate stabili comportava il costituirsi di cumuli di rifiuti, dove si diffondevano specie infestanti tra cui olivastro, viti, fichi, palme ecc. L’interesse dell’uomo per l’olivastro è documentato dai noccioli trovati in strati del Natufiano e del Protoneolitico di Nahal Oren (Monte Carmelo) in Palestina. In seguito – V millennio a.C. – i reperti di noccioli di olivastro diventano sempre più abbondanti anche se si diffondono massicciamente nel Mediterraneo orientale solo nel millennio successivo.  Le tavolette d’argilla micenee fanno spesso riferimento ai raccolti di olive selvatiche e domestiche ed esistono ideogrammi della lineare B  specifici dell’olivastro e dell’olivo domestico. L’olio domestico era probabilmente usato a scopo alimentare, mentre quello selvatico ad altri usi come la creazione di unguenti o l’illuminazione.

La prima documentazione sicura di una olivicoltura propriamente detta si ha nel Calcolitico della Palestina ove, in località Tuleilat Ghassul a nord del Mar Morto, stati reperiti numerosi noccioli di olivo ben conservati, risalenti al 3700/3500 a.C.

In Italia l’olivicoltura è attestata nell’Età del Bronzo (2300-1000 a.C.) importata dalla penisola greca prima come prodotti finiti, poi anche come piante (vite e olivo si moltiplicano con semplici talee e polloni) e come tecniche colturali. Frammenti carbonizzati di olivastro e olivo (forse residui di potatura) compaiano in Calabria a partire dal 1700 a.C mentre noccioli d’oliva e grandi giare, usate presumibilmente per la conservazione dell’olio, sono documentati dal 1300 a.C.

Da questo momento in poi l’olivicoltura ha nel nostro paese una storia lunga e articolata che si può dividere nelle seguenti fasi

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Una varietà e una ricchezza di presenza che caratterizza molti paesaggi della Penisola, tra cui in particolare il paesaggio toscano.

Attualemente l’olivicoltura è praticata sia da grandi aziende dotate di mezzi meccanici estremamente raffinati, sia da piccole aziende o da nuclei familiari per autoproduzione.

I suoni che seguono appartengono a quest’ultima tipologia. Si tratta del suono di due sbattitori elettrici manuali e di un desfogliatore meccanico. Il suono dello sbattitore è unito a quello della caduta delle olive su teli in neoprene usati per agebolare la raccolta.

Suono 1

Descrizione: Sbattitore elettrico con caduta di olive su tessuto in neoprene
Autore: Enrica Salvatori
Data: 10-10-2020
Luogo: Vignale, La Spezia, Liguria di Levante
Mappa:
Cattura: iPhone7

Suono 2

Descrizione: Sbattitore elettrico con caduta di olive su tessuto in neoprene
Autore: Enrica Salvatori
Data: 10-10-2020
Luogo: Vignale, La Spezia, Liguria di Levante
Mappa:
Cattura: iPhone7

Suono 3

Descrizione: Desfogliatore meccanico
Autore: Enrica Salvatori
Data: 10-10-2020
Luogo: Vignale, La Spezia, Liguria di Levante
Mappa:
Cattura: iPhone7

 

Bibliografia essenziale

  • Casini, L., La riforma della politica agricola comunitaria e la filiera olivicolo-olearia italiana, Firenze: Firenze University Press, 2002
  • Storia dell’agricoltura italiana : 1.1 : L’età antica : Preistoria, Firenze : Polistampa, 2002
  • Storia dell’agricoltura italiana : 2. : Il Medioevo e l’età moderna, Firenze : Polistampa, 2002.
  • Olivi e olio nel Medioevo italiano, Bologna : CLUEB, 2005
  • Olivi di Toscana = Tuscan Olive Tree, Firenze: Polistampa, 2012