Lorenzo Garzella – MemorySharing

Lorenzo Garzella, MemorySharing / raccogliere-condividere-narrare la memoria di una comunità.
«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia». L’affermazione di Pasolini è forte, lapidaria. Crediamo che ci sia bisogno di riconnettersi con la nostra memoria, con la nostra storia. E che cercare di farlo non sia una cosa noiosa, che si svolge tra scaffali polverosi, ma porti con sé una quantità di scoperte, divertimento e storie da raccontare, che è quello che ci interessa di più, come progetto di lavoro.

Si parla del «bagaglio della memoria». Ecco, quello che abbiamo scoperto in più di un anno movimentato e di intenso lavoro è proprio questo: la memoria non è un bagaglio. È piuttosto una rete viva e dinamica di rapporti, in cui il tempo e le generazioni sono strettamente connessi fra di loro e con la nostra vita quotidiana. È un’onda fluida, in continuo mutamento. È un bene prezioso, fragile e persistente al tempo stesso, proprio come l’acqua. E per provare a difenderlo – ci pare – va trattato come tale. Non si può rinchiudere in valigia o nel bagagliaio della macchina. Bisogna avere pazienza ed entusiasmo, accettare la sfida di confrontarsi col caos del presente, sporcarsi le mani, cercare e selezionare documenti, attivare confronti, tramandare storie, imparare a convivere sia con l’immaginario collettivo sia con le ricerche accademiche, imparare ad ascoltare – con le giuste dosi di rispetto e scetticismo – sia le voci tremolanti degli anziani, sia i commenti frettolosi dei social-network. E innescare una rete di racconto e restituzione delle storie raccolte: realizzando istallazioni interattive, software, mostre, documentari, eveneti, volumi, e trovando forme efficaci di storytelling. Non è detto che Acquario della Memoria sappia fare tutto questo, ma intanto abbiamo iniziato a capire che cosa ci piacerebbe fare. Così abbiamo imparato che da una parte ci sono le deformazioni dei racconti orali e delle leggende popolari, le costruzioni allo stesso tempo semplicistiche e iperboliche del telefono-senza-fili fatto di chiacchiere spicciole, dall’aia dei contadini, ai bar, a Facebook. E dall’altra c’è l’indagine storica, alla ricerca del nocciolo nascosto della realtà dei fatti, di una lettura lucida e critica delle vicende accadute, delle congiunture culturali, delle implicazioni etiche, dei riscontri fra materiali privati e archivi istituzionali. A noi piace pensare che entrambi questi aspetti abbiano grande valore, e che entrambi vadano affrontati con attenzione e passione. Abbiamo scelto di incrociare molti punti di vista, proprio per poter rafforzare e allo stesso tempo verificare questo intreccio di storia e mitologia cittadina. Abbiamo scelto di privilegiare soprattutto i punti di vista delle persone comuni. È quella che si chiama “storia dal basso”, in cui la somma di tante storie personali e “minuscole” può costruire un mosaico che racconta la Storia con la S maiuscola.

Crediamo che un lavoro del genere possa esistere solo se inserito in una “rete”, se è condiviso, aperto. Solo a patto che i progetti – da quelli locali a quelli internazionali – siano connesi tra loro. Per questo abbiamo stretto un’alleanza con History Pin, portale che offre, su scala globale, la possibilità di condividere immagini, documenti e storie personali, legandole a un luogo (geolocalizzandoli) e a un tempo (timeline). Per questo abbiamo iniziato a lavorare su MemorySharing.

MemorySharing è un progetto che mira a creare un circolo virtuoso fra tre attività principali: raccolta di materiale d’epoca (testimonianze, fotografie, diari privati), condivisione (sia attraverso il web, sia attraverso incontri tra le persone), narrazione (scatenando al massimo la creatività). L’intenzione è quella di combinare aspetti diversi: tecnologia e umanità, approfondimento e leggerezza, a partire dalla convinzione che il primo valore è quello della partecipazione attiva, con l’obiettivo di coinvolgere molte persone, di tutte le età, e di aggiungere un piccolo contributo per migliorare la vita della comunità, stimolando sia il senso di identità sia la voglia di convivenza e di inclusione in chiunque venga coinvolto, giovani o anziani che siano.